di Paolo Luca Bernardini
«Aprile è il più crudele dei mesi». Così, infinitamente ripetute, adattate ad ogni occasione, le parole con cui inizia The Waste Land di T. S. Eliot. Il poeta di St. Louis nella mente, e nel cuore, poteva avere, nel 1922, solo la desolazione della Prima Guerra Mondiale. Qui siamo ancora nel secolo del Rinascimento. Pochi giorni dopo la fine della rivoluzione lucchese di cui parleremo qui e ora, fine che data 9 aprile, ma esattamente un anno prima termina, con un omicidio, l’esistenza terrena di un rivoluzionario che sembra anticipare, nella sua tragica parabola, quella dei capipopolo del Sette e soprattutto dell’Ottocento, Michael Gaismair; condottiero dei contadini in Tirolo e a Salisburgo, eroe e terrore dell’establishment, alfiere di un attacco ai privilegi nobiliari che ebbe grande successo, inizialmente, e ne fece figura consimile, ed in gran parte anticipatrice di una seconda, quella di Hans Kohlhase. Colui che proprio nell’ottobre 1532 – questa volta qualche mese dopo la fine della sollevazione lucchese – iniziò la propria guerra individuale contro i soprusi dei potenti. E che divenne nel 1810 – in pieno spirito rivoluzionario, ma d’una rivoluzione d’altro segno – protagonista della novella di Heinrich von Kleist (Michael Kohlhaas) che assicurò fama perpetua sia al poeta romantico tedesco, sia soprattutto al fiero, leggendario mercante di cavalli del Märkish-Oderland, tra Berlino e Polonia. (more…)