di Tommaso de Brabant
Spinto dal ricordo dei racconti della prozia Lucia Avitabile («che ha allietato la mia infanzia con i suoi cunti su leggende di santi e diavoli, munacielli e fantasmi, insieme ai ricordi di famiglia e ai suoi personali»), un editore salernitano, Vincenzo D’Amico, si è dato un gran da fare per far riscoprire al pubblico la clamorosa storia del generale Paolo Avitabile. Si è avventurato in ricerche d’archivio, e ha chiesto allo storico Eugenio Di Rienzo la prefazione (Nascita dei Foreign Fighters. Combattenti europei in Oriente dopo le guerre napoleoniche) alla ristampa del testo col quale nel 1906 Julian J. Cotton, funzionario dell’Indian Civil Service, raccontò le non proprio edificanti avventure d’un militare nato ad Agerola (Napoli) nel 1791 e ivi defunto nel 1850, dopo aver versato moltissimo sangue (altrui) nelle Indie.
Vedendo i propri confini minacciati da Francia, Russia e British India, spiega Di Rienzo, l’Impero Ottomano intraprese la modernizzazione del proprio esercito, assoldando anche reduci delle armate napoleoniche: francesi della Grande Armée di Bonaparte, nonché italiani già in forze al Regno d’Italia retto da Eugenio di Beauharnais e al Regno di Napoli affidato a Gioacchino Murat. Alle “lance spezzate” di Napoleone si aggiunsero poi avventurieri inglesi e irlandesi, che si misero al servizio dei Raja indiani per estendere i confini dell’impero Sikh, e per contrastare le mire della corrotta e aggressiva Compagnia delle Indie Orientali. I personaggi, spiega Di Rienzo, raccontati da Balzac, Stendhal e soprattutto Conrad. Deluso dalla sconfitta patita da Murat a Gaeta nel 1815, avvilito dal trasferimento in un reggimento a mezza paga, Avitabile intraprese una serie di avventure culminate con la nomina, previo passaggio al soldo della regina Vittoria, a governatore del Punjab, dove fu soprannominato “diavolo nero”:
«Avitabile allargò, grazie al contributo delle sue bande di masnadieri, il fiume di sangue che gli uomini della British Army si lasciarono alle spalle lungo il cammino verso il Khyber Pass, massacrando la popolazione civile, facendo strage del bestiame, devastando le coltivazioni e bruciando villaggi che ancora ospitavano i loro abitanti. Impedì, dall’alto d’una forte influenza tra i capi clan della North West Frontier, l’alleanza tra i Sikh e gli Afgani».
Imprese che valsero ad Avitabile la confidenza dell’altrimenti poco socievole duca di Wellington, un harem, ingenti rifornimenti di hashish e soprattutto una quantità spropositata di denaro, col quale tornò nel paese natale e vi costruì il palazzo in cui trascorrere, finalmente domo, gli ultimi anni d’una vita non proprio quieta.
Completa il volumetto un’appendice iconografica di 26 pagine, testimonianza dell’ottimo lavoro di documentazione di D’Amico.
Julian J. Cotton, Il generale Avitabile
D’Amico Editore – Quaderni di Historia Regni, Nocera Superiore (SA) 2024
104 pagine (più appendice iconografica), € 13,00
(Pubblicato il 17 dicembre 2024 © «Destra.it» – Penna, Pellicola, Palco)