di Stefano Folli
«Anche stanotte dormito poco… Fisso è il pensiero alle sorti dell’Italia: il fascismo mi appare già un passato, un ciclo chiuso, e io non assaporo il piacere della vendetta; ma l’Italia è un presente doloroso. Anche oggi ansiosa attesa di notizie, e molta tristezza e sentimento di ribellione per le parole pronunziate contro l’Italia da statisti inglesi, che forse si apprestano a far pesare sopra di noi, nel nome della giustizia e della morale, la nostra guerra sciagurata». Così scriveva Benedetto Croce il 27 luglio 1943.
Mussolini è caduto, l’Italia è sconvolta, la lacerazione delle coscienze è massima. La patria è schiacciata dalle catastrofiche conseguenze del conflitto e questo archivia, sì, il fascismo (in realtà ci sarà la coda della RSI e della guerra civile), ma al tempo stesso si apre una pagina carica di incognite: la battaglia per la libertà e la sconfitta del nazismo s’intreccia con i nuovi equilibri di potenza, con la geopolitica che rende l’Italia teatro di un’altra partita, questa volta tra potenze vincitrici. Quindi il dilemma per gli antifascisti è duplice. Prima la scelta tra porsi al servizio della patria in armi in base al noto principio “my country, right or wrong”, oppure schierarsi con i nemici dell’Italia perché quello che si combatte è lo scontro finale tra le democrazie liberali e le dittature.
Poi prende campo il gioco degli interessi e delle influenze internazionali volte a modellare il dopoguerra. Protagonista di questa seconda parte è Winston Churchill, in una spirale di eventi che arriva a coinvolgere il destino personale di Mussolini e la sua esecuzione capitale.
Tutto ciò si riflette in modo accurato e brillante nel saggio di Eugenio Di Rienzo Sotto altra bandiera, edito da Neri Pozza. Di Rienzo colloca nel mosaico i vari tasselli della tragedia e segue tanti personaggi che compirono scelte diverse sul piano politico e operativo. Croce, in primo luogo, di cui si è detto. Gaetano Salvemini, preoccupato che l’Italia non riuscisse ad affermare la sua indipendenza dopo la fine del conflitto. Tarchiani e la Mazzini Society, Garosci, Lussu, Max Salvadori. Vite complesse sullo sfondo del disastro, tra slanci di passione risorgimentale e qualche inevitabile ombra.
(Pubblicato il 3 giugno 2023 © «la Repubblica»)