di Andrea Rossi
Nel volume Ciano, edito dalla Salerno Editrice, Eugenio Di Rienzo, ci offre una biografia letteralmente monumentale (quasi settecento pagine) dedicata al “genero di regime” e ci consegna uno studio non solo indispensabile, ma per molti aspetti definitivo per comprenderne la storia dopo decenni di lavori giornalistici o di agiografie scarsamente attendibili.
L’affresco che ci viene offerto ha numerosissimi motivi di interesse, non solo per gli storici di professione ma anche per chiunque voglia approfondire la vicenda umana e politica di uno dei protagonisti del ventennio fascista. Ciano, predestinato in ogni senso, al ruolo che ricoprì al fianco (e alle spalle) di Mussolini, fu molte cose contemporaneamente: squadrista ad honorem, fascista spurio, diplomatico incosciente, marito infedele, monarchico in articulo mortis, mussoliniano ondivago e tessitore di trame tanto occulte quanto inconsistenti, l’ultima delle quali gli risultò fatale. Obiettivamente, però gli interlocutori del conte di Cortellazzo non gli erano di molto migliori: ministri di stati autoritari se non di autentiche dittature (iugoslavi, romeni, ungheresi, bulgari, polacchi, greci) esponenti mediocri di governi democratici deboli con i forti e forti con i deboli (Eden, Chamberlain, Daladier, Reynaud), in sostanza autentiche nullità, capi totalitari (Hitler, Stalin, Hideki Tōjō), che hanno lasciato dietro le proprie spalle, gli uni, disastri politici, gli altri, persecuzioni disumane per motivi razziali, etnici e ideologici.
Non ci pare casuale che, oltre ai leader del nazismo e del fascismo, quasi tutti i protagonisti del volume siano morti precocemente e violentemente, oppure siano scomparsi senza lasciare ulteriori tracce nella storia politica europea. Un bel mondo dorato nel quale Ciano era un parvenu, ma che dalle pagine di Di Rienzo ci appare più vicino a “Grand Budapest Hotel” che a “L’ora più buia”: un universo autoreferenziale, tragico e ridicolo assieme, costellato di protagonisti e comparse irresponsabili e inadeguate. Quando in molti, anche oggi, rimpiangono “gli statisti di un tempo” forse dovrebbero leggere cosa furono davvero i politici di allora, e riflettere sui loro disastri, e sulle loro manchevolezze, elencate con puntualità e gran mestiere dall’autore.
(Pubblicato il 2 gennaio 2019 – © «Orientamenti Storici» – Il meglio del 2018)