di Andrea Rossi
Raccogliere le ultime voci prima del silenzio; questo l’obiettivo di Sergio Tau, che con lo scrupolo del cronista, a venti anni di distanza, ha messo mano alle interviste realizzate per la trasmissione radiofonica RAI Le voci dei vinti, pubblicate ora, per Marsilio Editore, col titolo: La repubblica dei vinti. Un patrimonio immenso, che all’epoca fu solo parzialmente utilizzato sia per motivi di programmazione sia, soprattutto, perché il tema della militanza nella RSI era ancora argomento tabù, oggetto di infinite polemiche dentro e fuori dal parlamento. Forse solo per chi è arrivato dopo quella stagione alcune cose appaiono scontate: il disorientamento post 8 settembre, l’affezione per i miti del ventennio, l’effetto trascinamento che ebbe l’esempio del “fascismo in famiglia”. Nelle testimonianze, crude, atroci, rabbiose e allo stesso tempo così dense di verità raccolte dall’autore, tutti questi temi riemergono e ribollono, senza censure e senza rimorso. E tutto ci appare spietato, come spietata è una guerra civile combattuta fra diciottenni. Una cronaca feroce di venti mesi di agguati e rappresaglie, “bei gesti” e vigliaccherie, fino alla sconfitta finale e alle rappresaglie del dopo. Il libro di Tau è forse uno dei migliori dell’ultimo decennio sul tema della guerra fra italiani, e per come è stato realizzato ci appare migliore di tante narrazioni moraliste pubblicate di recente. Perché il dolore qui si tocca con mano.
(Pubblicato il 2 gennaio 2019 – © «Orientamenti Storici»- Il meglio del 2018)