Corrado Barbagallo founded the New Historical Journal in 1917. The First World War was in progress and almost certainly, what was taking place in our country and throughout Europe at that time determined the concept of the journal. It was designed to be a little different from the norm of other historical Journals...
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Storia presente
AUGUSTO D’ANGELO, Wojtyla, Gaddafi and Andreotti. Diplomacy and Religion for a Mediterranean Strategy against the Isolation of Libya (1978-1997) (Pag. 897) (Abstract) (Acquista PDF)
Saggi
BRUNO FIGLIUOLO, Come nacque la «Nuova Rivista Storica» 1915-1916 (Pag. 919) (Abstract) (Acquista PDF)
EUGENIO DI RIENZO, Grande Guerra, dopoguerra e fascismo. La «Nuova Rivista Storica»: dagli esordi alla crisi d’isolamento (Pag. 933) (Abstract) (Acquista PDF)
MARCELLO RINALDI, Tornare protagonisti nel Levante. La politica economico commerciale dell’Italia verso la Grecia nell’immediato Secondo dopoguerra, tra ambizioni e limiti (Pag. 1011) (Abstract) (Acquista PDF)
Questioni storiche (Acquista PDF)
GIUSEPPE CAMPAGNA, «Nomen habet ab aluminis mineris proximis». Estrazione dell’allume e dinamiche insediative in un centro siciliano d’età moderna (Pag. 1081) (Abstract)
MARIA ANNA NOTO, Tra «struttura» e «congiuntura». L’Impero spagnolo di età moderna in alcuni recenti lavori (Pag. 1095) (Abstract)
GIUSEPPE SPAGNULO, Lontani ma non troppo. Le relazioni tra Italia e India dall’Unità d’Italia alla fine del fascismo (1861-1945) (Pag. 1109) (Abstract)
Note e documenti (Acquista PDF)
PAOLO SIMONCELLI, Studi recenti sulla diplomazia nel Rinascimento (Pag. 1161) (Abstract)
ALBERTO STRAMACCIONI, Educare il popolo, tra innovazione e tradizione, in un Dipartimento della Repubblica romana (1798-1799) (Pag. 1171) (Abstract)
ALESSANDRO GUERRA, Que reste-t-il de la Révolution française? A proposito di un libro recente (Pag. 1195) (Abstract)
Storici e storici (Acquista PDF)
Tra Gioacchino Volpe e Fernand Braudel: l’itinerario di uno storico. Una conversazione con Mario Del Treppo, a cura di Bruno Figliuolo e Francesco Senatore (Pag. 1209) (Abstract)
Interpretazioni e rassegne (Acquista PDF)
ROMAN KODET, The Importance of Geography and Natural Conditions for Japan’s Pre-Modern History (Pag. 1223) (Abstract)
MICHAELA VALENTE, Ottant’anni dopo. Eretici italiani del Cinquecento di Delio Cantimori (Pag. 1241) (Abstract)
PAOLO L. BERNARDINI, Spirito contadino. Tre letture di storia agraria italiana (Pag. 1257) (Abstract)
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[Read all..]di Paolo Luca Bernardini
«Aprile è il più crudele dei mesi». Così, infinitamente ripetute, adattate ad ogni occasione, le parole con cui inizia The Waste Land di T. S. Eliot. Il poeta di St. Louis nella mente, e nel cuore, poteva avere, nel 1922, solo la desolazione della Prima Guerra Mondiale. Qui siamo ancora nel secolo del Rinascimento. Pochi giorni dopo la fine della rivoluzione lucchese di cui parleremo qui e ora, fine che data 9 aprile, ma esattamente un anno prima termina, con un omicidio, l’esistenza terrena di un rivoluzionario che sembra anticipare, nella sua tragica parabola, quella dei capipopolo del Sette e soprattutto dell’Ottocento, Michael Gaismair; condottiero dei contadini in Tirolo e a Salisburgo, eroe e terrore dell’establishment, alfiere di un attacco ai privilegi nobiliari che ebbe grande successo, inizialmente, e ne fece figura consimile, ed in gran parte anticipatrice di una seconda, quella di Hans Kohlhase. Colui che proprio nell’ottobre 1532 – questa volta qualche mese dopo la fine della sollevazione lucchese – iniziò la propria guerra individuale contro i soprusi dei potenti. E che divenne nel 1810 – in pieno spirito rivoluzionario, ma d’una rivoluzione d’altro segno – protagonista della novella di Heinrich von Kleist (Michael Kohlhaas) che assicurò fama perpetua sia al poeta romantico tedesco, sia soprattutto al fiero, leggendario mercante di cavalli del Märkish-Oderland, tra Berlino e Polonia.
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di Lorenzo Terzi
«Ho trovato Croce piuttosto abbacchiato di spirito e mi ha fatto male… Capisco che i tempi sono avvilenti, quasi senza speranza di vederli mutati, per noi di un’età avanzata! Ma quel quasi lascia uno spiraglio di luce – un alito di fede che non bisogna soffocare – perché lo spiraglio diventi breccia – l’alito, bufera che tutto travolga e distrugga».
Così Arturo Toscanini, in una lettera del 10 aprile 1937 all’amata Ada Mainardi, ricorda un incontro con Benedetto Croce in casa del conte Alessandro Casati.
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di Corrado Ocone
Continua a ritroso la biografia del Croce politico di Eugenio Di Rienzo. Dopo il volume dedicato al periodo che va dalla caduta del fascismo alla nascita della Repubblica, lo studioso romano mette sotto i riflettori gli anni compresi fra le due guerre e affronta il complesso tema dell’antifascismo crociano in Benedetto Croce. Gli anni del fascismo (Rubbettino, pagg. 216, € 18,00). Complesso perché arrivò tardi e fu per lo più di opposizione morale, non di aperta cospirazione politica. Esso ebbe tuttavia una vasta influenza sul formarsi delle coscienze degli oppositori al regime, in Patria, e contribuì in modo determinante a far sì che all’estero ci si facesse un giudizio profondamente negativo sul regime e sul Duce.
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