“Preoccupati dei rischi di una moralizzazione retrospettiva della storia e di una censura intellettuale, noi ci appelliamo alla mobilitazione degli storici europei e alla saggezza dei politici. La Storia non deve essere schiava dell’attualità né essere scritta sotto dettatura da memorie concorrenti. In uno Stato libero nessuna autorità politica ha titolo per definire la realtà storica e per restringere la libertà dello storico sotto la minaccia di sanzioni penali. (…) Ai responsabili politici chiediamo di comprendere che se hanno l’obbligo di custodire la memoria collettiva, non devono istituire, con una legge e per il passato, delle verità di Stato la cui applicazione giudiziaria può avere gravi conseguenze per il mestiere dello storico e per la libertà intellettuale in generale. In democrazia la libertà per la storia è la libertà di tutti”.
(Pierre Nora, sulla legge Gayssot, approvata dal Parlamento francese nel 1990 che punisce il negazionismo in tema di genocidi)