di Bruno Figliuolo
Domenica 3 aprile, nella sua casa milanese, si è spento Giorgio Chittolini, stroncato da un male che ancora troppo spesso non perdona e contro il quale aveva combattuto a lungo. Aveva da poco compiuto gli ottantuno anni, essendo nato a Parma il 9 dicembre del 1940. Ho avuto la fortuna di vederlo però due volte negli ultimi mesi: la prima volta in ottobre, in occasione di un colloquio a tutto campo sulla sua biografia intellettuale e sul suo lavoro storiografico; colloquio apparso nel primo fascicolo del 2022 della «Nuova Rivista Storica»; un periodico a lui molto caro, nel quale aveva pubblicato alcuni dei suoi primi lavori scientifici e nella cui redazione in gioventù aveva lavorato, leggendo tanto e su vari argomenti e imparando molte cose sul mestiere di storico. E una seconda volta un mese più tardi, già molto segnato dal male, in occasione della presentazione del suo ultimo volume, nel quale sono raccolti dodici saggi dedicati alle strutture della Chiesa lombarda. Saggi nei quali, con la consueta finezza, in poche ma meditatissime pagine, egli illustrava in modo magistrale complessi problemi storici, sciogliendone quasi disinvoltamente gli intricati nodi. Docente a Pisa, a Pavia e soprattutto a lungo a Milano, città che amava molto, Chittolini è stato uno straordinario insegnante, formando generazioni di ottimi studiosi, molti dei quali sono poi entrati nei ranghi delle Università italiane; ed è stato un non meno straordinario studioso, innovando in molti campi la medievistica italiana, in specie relativamente, oltre che alla storia ecclesiastica, alla formazione degli stati regionali tre-quattrocenteschi e allo sviluppo delle istituzioni che caratterizzarono poi il passaggio agli ordinamenti pubblici dell’età rinascimentale, fino dunque a buona parte del Cinquecento incluso. Uomo garbato, dal tratto mite e signorile, mai polemico, raggiunse ampia fama internazionale. Ricevette infine innumerevoli incarichi, ricoprendo importanti cariche accademiche e culturali e imprimendo sempre notevole impulso ai centri di studio e alle riviste nei cui comitati direttivi fu chiamato.