La collana della Biblioteca della Nuova Rivista Storica, il cui primo volume fu pubblicato nel 1919, si arricchisce di due nuovi titoli: i quaderni 50 (LUCA RICCARDI, La «grandezza» di una Media Potenza. Personaggi e problemi della politica estera italiana del Novecento) e 51 (FRANCESCO CACCAMO, La Cecoslovacchia al tempo del socialismo reale. Regime, dissenso, esilio), che sono da oggi entrambi disponibili sul sito della Società Editrice Dante Alighieri.
*****
La parola «grandezza» non sembra essere adatta a descrivere la storia della politica estera italiana nel Novecento. L’Italia – sia nell’età liberale che sotto la dittatura fascista come negli anni della Repubblica – non è mai stata una Grande Potenza. Ne ha avuto, però, senz’altro l’ambizione, seppure in forme diverse, secondo le stagioni politiche che ha attraversato.
L’Italia liberale cercò di raggiungere quest’obiettivo avvicinandosi progressivamente alle nazioni dell’Intesa fino a divenire loro alleata nella prima guerra mondiale. L’Italia fascista tentò di ottenere il suo posto nel panorama internazionale attraverso una politica imperialista e aggressiva che finì per sfociare nell’alleanza con Hitler. Negli anni della Guerra fredda, l’Italia democratica volle ritagliarsi un suo ruolo particolare nel Mediterraneo; riuscì a trovare una sua sistemazione nel campo della «politica della distensione» e a sfruttare alcune delle opportunità offerte dal multilateralismo e dal processo di integrazione europea.
Tutto ciò fu realizzato da statisti le cui idee sono state, in larga parte, il motore di queste politiche che, nella loro diversità, hanno rappresentato un originale continuum nell’azione internazionale dell’Italia novecentesca.
LUCA RICCARDI è professore ordinario di Storia delle relazioni internazionali all’Università di Cassino e del Lazio meridionale.
*****
N. 51 – FRANCESCO CACCAMO, La Cecoslovacchia al tempo del socialismo reale. Regime, dissenso, esilio
Questo volume esamina attraverso una pluralità di prospettive la storia della Cecoslovacchia- un paese oggi scomparso, ma che nel corso della sua esistenza fu un autentico “sismografo d’Europa” – nei quattro decenni segnati dalla dura esperienza del socialismo reale.
E’ una storia che solo a uno sguardo superficiale può sembrare omogenea e indistinta. Come e forse più di altri paesi del blocco sovietico la Cecoslovacchia socialista fu percorsa da tensioni, fermenti e progetti di riforma, che in alcuni casi rimasero sotterranei, in altri vennero prepotentemente alla superficie: basti pensare al colpo di Praga del febbraio 1948, al sessantottesco esperimento di socialismo dal volto umano o alla rivoluzione di velluto di fine 1989. Attraverso queste e altre vicende meno note la Cecoslovacchia socialista assurse a un ruolo di considerevole rilievo nella scena globale del secondo Novecento e rimane ancora oggi uno stimolante tema di riflessione.
FRANCESCO CACCAMO è professore associato di Storia dell’Europa orientale all’Università di Chieti, Pescara. Collabora con l’Istituto di storia contemporanea dell’Accademia delle Scienze e con altre istituzioni della Repubblica Ceca.