di Nico Perrone
Nessuno si aspettava che in un paese privo di una forte tradizione di politica estera potessero arrivare dei miracoli proprio da un enfant di regime, per di più in anni particolarmente difficili per la relazioni internazionali. Galeazzo Ciano, ministro degli Affari esteri nel governo presieduto da Benito Mussolini, si muoveva in tale quadro di premesse, alle quali molto aggiunse con la propria personale inadeguatezza.
Eppure, a un certo punto egli cercò di rendersi autonomo dal capo del governo, per realizzare una politica sua. Poiché nei fatti non ebbe mai lo spazio politico per potervi riuscire, volle rifarsi almeno al cospetto della storia, manipolando nel suo diario personale i termini degli avvenimenti reali, e cercando così di far credere quello che non fu, e soprattutto di mascherare almeno i suoi più grossolani errori.
Nonostante tutto ciò, egli riuscirà tuttavia a ingannare anche lo storico più autorevole della diplomazia italiana, Mario Toscano. Ma adesso il libro di Di Rienzo (Ciano. Vita pubblica e privata del «genero di regime» nell’Italia del ventennio nero, Salerno Editore, € 34,00, pp. 696) mette a nudo tutto quel gioco.
Dei dubbi su quel diario in verità ne erano stati accennati anche da Gaetano Salvemini, e non solo da lui, ma si era trattato di confutazioni non ancora sistematiche. Adeso Di Rienzo, nella sua biografia di Ciano, quegli inganni li analizza tutti, documentando nei dettagli come realmente si fosse dipanata la storia.
Perciò questo è un libro importante, che non salva proprio nulla dell’edificio d’inganni costruito dal giovane ministro fascista nel costruire la storia secondo le proprie personali aspirazioni di gloria futura.
Di Rienzo è sereno, senza spirito di parte, e con tale metodo dimostra anche che, le decisioni verament eimportanti, le prendeva direttamente Mussolini. Al quale Ciano, come si sa, alla fine volterà le spalle, ma pagando poi con la fucilazione l’ultima sua scelta politica, dettata da rinnovata ambizione e mal calcolata doppiezza.
(Pubblicato il 14 marzo 2019 © «il Manifesto» – Le Monde Diplomatique)