di Matteo Sacchi
L’8 settembre del 1943, come morte della patria è stato raccontato in tantissime maniere. La mancata difesa di Roma, la fuga del Re, lo sbandamento dell’esercito, i primi barlumi di resistenza, la pronta e feroce azione dei nazisti…
Esiste però un versante che è stato indagato pochissimo, un pezzo fondamentale dell’apparato dello Stato venne abbandonato a se stesso e fu costretto a scelte difficilissime. L’intero corpo diplomatico si ritrovò all’estero e senza ordini. Una situazione drammatica per tutti coloro che erano distaccati presso i Paesi dell’Asse e gli altri stati satelliti. In ogni caso una situazione complessa per ogni ambasciata che, da lì a poco, sarebbe stata dilaniata da una sorta di guerra civile in miniatura. È questa la storia che, con dovizia di studi d’archivio, racconta Eugenio Di Rienzo in Un’altra resistenza. La diplomazia italiana dopo l’8 settembre 1943 (Rubbettino, pagg. 260, € 20,00). Ambasciatori, consoli, addetti diplomatici si trovarono di fronte ad un dilemma che in molti casi poteva diventare rapidamente di vita o di morte: aderire alla Repubblica sociale italiana o scegliere la monarchia. Il tutto in una situazione in cui i collegamenti con la madrepatria erano sostanzialmente collassati. La maggior parte scelse la fedeltà al Re. Scelta pagata con la prigionia e la deportazione in molti dei territori sottoposti all’Asse. Ad esempio, per usare le parole di Di Rienzo: «Tokyo iniziò immediatamente ad arrotare le lame del tritacarne dove sarebbero state gettate le vite del nostro personale diplomatico». Fu addirittura più spietata e rapida di Berlino.
Ma nel libro ci sono le vicende delle sedi diplomatiche più varie, dall’Argentina sino alla Turchia, passando dal caso complessissimo della Spagna. Quella di Di Rienzo è una narrazione a più piani, che va dalla politica al personale.
Ad esempio nel dramma ci fu chi non ebbe la forza di abbandonare la Germania e scelse Salò perché aveva la fidanzata tedesca e ci furono consoli che invece scelsero di restare perché erano la sola protezione per i cittadini italiani. Il dramma della Storia è così, mescola l’alto e il basso.
(Pubblicato l’11 dicembre 2024 © «il Giornale» – Letteratura)